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“L’Auto-Tune nella trap è solo l’ultima, creativa, evoluzione di uno strumento che ha a che fare con la musica già da diversi anni.”

Creato nel 1997 da Andy Hildebrand, un ingegnere elettronico della Exxon ed ex musicista, l’Auto-Tune è un software alla cui base lavora un algoritmo che permette di intervenire sull’intonazione.
La sua funzione nativa è quella di correggere le imperfezioni: analizza le frequenze della tua voce mentre canti e, quando rileva una modifica in questa onda, perché per esempio sei calante o crescente rispetto alla nota corretta, lui interviene riposizionandoti in nota.

Ha avuto un suo antenato lontano, negli anni Settanta, quando si è diffuso un elaboratore di voce, il vocoder (termine derivato dall’inglese Voice-Coder), strumento che era stato sviluppato nel campo delle comunicazioni telefoniche. Come spesso accade, seppur nato con uno scopo differente, c’è chi ci ha visto del potenziale per un altro settore e, nello specifico, quello musicale.Tra i primi artisti ad utilizzarlo in studio e live in molti dei loro brani ci sono i ROCKETS.

Oggi ci sono altri software che hanno lo stesso scopo e lavorano in modo anche più avanzato sulla correzione dell’intonazione, regalando un risultato assolutamente naturale, cioè senza modificare in modo significativo il timbro e il suono della voce.
Il largo utilizzo che ha avuto negli ultimi anni ha fatto sì che con il termine “autotune” si intenda oramai qualsiasi aiuto nell’intonazione che porta alla distorsione un po’ metallica della voce, mentre in realtà con il nome Auto-Tune si dovrebbe intendere il marchio registrato di proprietà della Antares Audio Technologies.

L’Auto-Tune nella musica trap

“Come tutti gli strumenti, anche l’Auto-Tune richiede un po’ di conoscenze e tecnica, per poterlo usare in modo personalizzato.”

L’Auto-Tune ha fatto capolino nella musica diversi decenni prima rispetto al fenomeno della trap. Precursori nell’utilizzo di questo strumento furono la cantante Cher con Belive e gli Eiffel65 con Blue, due brani del 1998 e successivamente trovò applicazioni anche nel rap.

Lavora su diversi parametri e uno di questi è la velocità di intervento per riportare la voce in nota. Se spinto all’eccesso, l’algoritmo è forzato a correggere l’intonazione nel più breve tempo possibile e questa cosa fa sì che la voce assuma un effetto innaturale, metallico. È questo utilizzo estremo, forzato, che genera il suono strano, distorto, che riconosciamo come l’elemento caratteristico della trap. Corregge la nota in maniera evidente perché obbligato a lavorare velocissimo.

Nella trap il suo utilizzo è molto specifico ed è legato a quanto lunghe o corte si tengono le note. Poiché sono quasi del tutto assenti le melodie, sono i ritornelli o l’allungamento di una vocale, o un accenno a una ritmica più lenta, che permettono di far emergere il suono estremizzato dell’Auto-Tune. Soprattutto se la ritmica e i flow sono estremamente veloci.

In un reppato molto veloce, doppie e sporche con note più “tenute”, possono aiutare a creare le condizioni utili per far emergere il suono tipico dell’Auto-Tune.

Le doppie sono delle sovraincisioni, dove si inseriscono armonie o si doppiano, appunto, alcune parole mentre le sporche sono onomatopee, parole, suoni brevi che vanno a riempire i vuoti all’interno di una canzone, inserendosi in genere fra un verso e l’altro per ritmare di più il testo.

In base a come viene strutturato il brano, l’effetto Auto-Tune può essere usato solo in alcuni punti oppure in tutta la canzone. Si tratta di scelte stilistiche. Come detto poco sopra, tecnicamente si sente di più nelle note lunghe, quindi, se si vuole dare una particolare impronta ad alcune parole, queste devono essere tenute di più. È una questione pratica: la macchina può trovarsi in difficoltà sui tempi necessari per inserirsi nelle onde della voce, regolarle e distorcerle. La trap, infatti, si incentra, come modalità di registrazione del canto, sul rappato: se è molto veloce l’algoritmo corregge in maniera impercettibile le note, perché le riesce appena appena ad agganciare.

Sebbene l’Auto-Tune sia un effetto utilizzato soprattutto in fase di registrazione, è attivabile anche nelle performance live: è sufficiente far passare l’uscita del microfono attraverso lo strumento (Auto-Tune o altri) in modo che lui processi la voce in tempo reale e la restituisca al pubblico con la sua particolare vibrazione.

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