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Perché Hit in the Box

L’home recording, ovvero la produzione musicale casalinga, non è una novità, già negli anni ’60 infatti microfoni e registratori trovavano collocazione negli appartamenti di amatori e professionisti per immortalare su nastro melodie, suoni, idee, brani.

Anni ’80 e ’90

Tra gli anni ’80 e ’90, la rivoluzione digitale vede computer e schede audio sostituire magneti e bobine trasformando l’iniziale qualità sonora amatoriale in qualcosa che si avvicinava sempre più alle produzioni professionali.

Tuttavia, la strada per vedere pubblicati i propri lavori era ancora lunga: per avere un prodotto che “suonasse bene” serviva spesso comunque un professionista, uno studio attrezzato (e costoso) e soprattutto qualcuno che credesse, investisse e si occupasse della produzione e promozione del nostro brano.

Anno 2023

Gli impressionanti sviluppi di internet, tecnologia e le evoluzioni commerciali del mercato discografico hanno rivoluzionato il modo di studiare, produrre, ascoltare e persino vendere la musica.

La strumentazione necessaria per produrre professionalmente ha raggiunto qualità elevatissime a prezzi sempre più abbordabili, le linee veloci consentono collegamenti e scambi di dati in ogni parte del mondo, le professioni che una volta erano coinvolte nelle produzioni ma seguivano iter molto diversi oggi si svolgono tutte “in the box”, ovvero dentro un computer: il musicista può lavorare a distanza con altri musicisti, compositori, autori. L’arrangiatore e il tecnico del suono allo stesso modo possono seguire le evoluzioni dei progetti portandoli a mix e mastering. Il dj può sviluppare e confrontare remix e playlist, o lavorare in remoto con un semplice controller facendo arrivare in tempo reale i movimenti sulla console.

L’iterazione è totale, al punto da creare nuove figure professionali come il beatmaker o i dj/producer di ultima generazione, dei quali ascoltiamo i brani nelle classifiche di tutto il mondo.

Cosa è cambiato?

  • Non è neanche più necessario avere un contratto discografico per poter pubblicare le nostre opere, in pratica, è possibile a chiunque produrre e seguire l’iter dei propri brani dalla prima nota fino alla pubblicazione, scegliendo di lavorare in totale autonomia oppure avvalendosi di collaboratori per alcune fasi specifiche.
  • È anche possibile aprire, sempre in totale autonomia, canali audio e video personalizzati, siti e pagine ufficiali in qualità di artisti e distribuire il proprio materiale sulle piattaforme che gestiscono ascolti e vendite con investimenti alla portata di tutti.
  • Poter avere diverse competenze musicali e tecnologiche è quindi oggi un obiettivo più che mai raggiungibile, che ci consente persino di diversificare il nostro lavoro e poterci occupare (e trarre guadagno) da più attività contemporaneamente.

Tutto ciò tra le pareti di casa, dal momento che gli avvenimenti più recenti hanno favorito e potenziato lo smartworking

È doverosa un precisazione: tutto ciò non ha la pretesa di sostituire il lavoro dei grandi studi di produzione, nè tantomeno sottovaluta le dinamiche delle grandi distribuzioni o il lavoro di editori, etichette e major che naturalmente continuano ad occuparsi dei “grandi numeri” (che avremo modo di conoscere da vicino), ma vuole mettere in evidenza l’incredibile potenziale a nostra disposizione che può portarci risultati e soddisfazioni in termini di realizzazione personale, artistica e, perché no, anche economica.